“Va’ dietro a me!”

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

12 agosto 2025

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,13-23 (Lezionario di Bose)

In quel tempo 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. 21Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. 22Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». 23Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».


Tutti i vangeli rispondono alla domanda: chi è Gesù? In questo passo del vangelo di Matteo la domanda viene posta direttamente ai discepoli. Le opinioni su Gesù sono tante e diverse ieri come oggi, ma a ciascuno è chiesto: “Chi sono io per te?”

Abbiamo imparato a rispondere forse fin dall’infanzia con parole ricevute da altri, con le parole di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, ma questa risposta l’abbiamo fatta nostra? Quale incidenza ha sulla nostra vita quotidiana? Abbiamo coscienza che, come è accaduto a Pietro, la comprensione di queste parole cambia lungo lo scorrere dei nostri giorni? 

Forse per Pietro è stata l’intuizione di un momento, ma non sa ancora quello che dice. Quando Gesù inizia a spiegare quale sarà il suo cammino – passione, morte e resurrezione – Pietro lo prende in disparte e lo “minaccia” (verbo usato più volte nel vangelo di Matteo, come in Mt 8,26; 17,18). Giungerà a tirar fuori anche la spada per difendere la sua immagine del Cristo, un Cristo, che come spesso accade anche a noi, dovrebbe essere la proiezione dei nostri desideri, rispondere alle nostre attese, donarci una pienezza di vita già ora su questa terra, un cammino dietro a lui senza croce, senza notte, senza sofferenza. 

Pietro non sa ancora quello che dice, lui che ha confessato il “Cristo Figlio del Dio vivente”, lui che lo ha sentito annunciare il suo cammino verso il Padre, dimostrerà di non aver capito, di non sapere quello che dice, lo rinnegherà. Ma ciascuno di noi quando acconsente alla fede ricevuta, quando si impegna nell’alleanza matrimoniale, quando emette la professione religiosa, risponde a un’intuizione, a un desiderio di amore, ma non sa ancora come tutto questo si tradurrà nella sua vita. Ci vuole tempo, occorre far discendere quella professione di fede rivelata “non da carne e sangue” nelle profondità del nostro cuore. Le vicende della vita ci interrogano e ogni volta, nei buoni e nei cattivi giorni, quella domanda si ripropone: “Ma voi, chi dite, che io sia?

“Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”. La fede è dono gratuito, non si fonda sulle nostre forze umane sempre incerte e vacillanti, sui nostri desideri che devono sempre essere purificati dal narcisistico amore di sé. È Dio che ha avuto fede in Pietro, è Dio che ha avuto fede in noi, in me, in te … ed è soltanto su questa fiducia che posso fondare la mia vita. È soltanto ricordando in ogni istante la nostra fragilità, la temibile possibilità di diventare Satana, di creare cioè un Dio a nostra immagine e somiglianza, un Dio che soddisfa i nostri desideri e non le sue promesse, che possiamo cercare e sperare di custodire la nostra fede. 

Gesù non scaccia Pietro lontano da sé, non lo manda via, non lo rinnega, gli ordina di ritornare al suo posto di discepolo, che sta dietro al maestro e da lui impara come vivere. Scrive Paolo nella Lettera a Tito: “Ѐ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri secondo la mondanità e a vivere in questo mondo” (Tt 2,11-12).

“Va’ dietro a me!”. Pietro è la pietra su cui viene edificata la comunità cristiana soltanto se resta discepolo fedele del Signore, se sta “dietro” al suo Signore. In caso contrario, Pietro, come ogni credente, quando pensa e agisce fondandosi sulle forze umane, su un modo di pensare secondo il mondo, diventa satana, diventa “scandalo”, inciampo lungo la via verso il Padre.

sorella Lisa