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30 luglio

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Abele il Giusto e i testimoni pagani di Dio,
giusti tra le genti

Fin dagli inizi dell'epoca neotestamentaria, Gesù e i suoi discepoli hanno chiamato Abele, non appartenente né all'ebraismo né al cristianesimo, «il giusto».
A partire da allora la chiesa non ha cessato di vedere rappresentati in lui tutti coloro che hanno conosciuto il vero Dio attraverso la sua provvidenza nel mondo e la luce interiore posta nella coscienza di ogni uomo. Abele è così il primo testimone della possibilità riservata ai pagani di poter essere oggetto dell'elezione che Dio ha compiuto per amore, fin dall'inizio della storia, di alcuni uomini affinché tutti ricevessero la vita.
Abele è giusto perché eletto, ed eletto per testimoniare l'amore di Dio con il dono totale di sé. È infatti grazie al suo sangue, versato come quello dell'agnello che egli stesso aveva offerto a Dio e nel quale la liturgia romana vede prefigurato il sacrificio di Cristo, che fin dall'inizio della storia, accanto alla presenza del male è già presente in mezzo agli uomini la possibilità della vittoria del bene.
Sebbene Abele non sia un personaggio storico, la tradizione ha visto in lui un simbolo della sovrana libertà di Dio, che sceglie i suoi testimoni anche al di fuori dell'alleanza abramica, per poter raggiungere ogni uomo attraverso l'unica realtà che salva, il mistero pasquale del Cristo suo Figlio.
Abele è ricordato nella chiesa etiopica il 2 del mese di ṭerr.


TRACCE DI LETTURA

Il cristiano, associato al mistero pasquale, come si assimila alla morte di Cristo, così anche andrà incontro alla resurrezione confortato dalla speranza.
E ciò non vale solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale (Gaudium et spes 22).

L'azione del Verbo si rivela in ogni mente umana, dalle origini del mondo. Giustino non esita a ravvisare dei discepoli del Verbo e dei santi nei pagani che hanno aderito a questa rivelazione, conformandovi la propria condotta.
Quanti uomini nel mondo pagano hanno aderito a tale rivelazione? Questo è il segreto di Dio. Bastava per il nostro scopo che la Scrittura ci dicesse che alcuni l'hanno fatto pienamente per autorizzarci a parlare dei santi dell'alleanza cosmica.
(J. Daniélou, I santi pagani dell'Antico Testamento)


Leggi tutto: 30 luglioWilliam Penn (1644-1718)
testimone

Il 30 luglio del 1718 muore William Penn, una delle massime figure del quaccherismo inglese.
William era nato nel 1644 a Wanstead, nel Sussex, in ambiente marcatamente puritano. Dopo aver conosciuto la «Società degli amici» (i quaccheri) attraverso la predicazione di Thomas Loe, egli subì diverse peripezie per il desiderio che manifestava di aggregarsi al loro movimento, testimone di una Parola capace di contestare in modo radicale, sebbene con mezzi pacifici, la vita sociale della nascente società industriale nonché delle istituzioni ecclesiastiche dell'epoca.
Divenuto quacchero con convinzione, grazie alla sua cultura Penn seppe dare un impulso profondo a quel ricentramento sul kerygma evangelico di cui il quaccherismo aveva avuto bisogno sin dai suoi inizi.
Uomo di grande pace interiore perché reso mite dalle umiliazioni sopportate nella fede, difensore estremo della libertà di coscienza e dell'uguaglianza fra gli uomini, William Penn coronò almeno in parte il suo sogno di una società più libera e solidale acquistando, popolando e organizzando in America del Nord quello che sarà chiamato lo stato della Pennsylvania, che significativamente avrà come capitale Filadelfia. Egli lo volle sprovvisto di esercito e aperto al dialogo con le tribù indiane presenti nei suoi confini.
William Penn morì all'età di settantaquattro anni.


TRACCE DI LETTURA

La croce deve intervenire là dov'è il peccato. Certuni penseranno che la vita claustrale sia una croce riccamente adorna di meriti ma, per quanto meritoria la si dica, la vita del chiostro è innaturale. La croce di Cristo è di un altro genere. Coloro che la portano non sono incatenati come belve sul punto di mordere, né rinchiusi come criminali di cui si teme che evadano... Gesù non si è chiuso in convento. Egli ha percorso monti, giardini, rive di laghi, città e villaggi. E anche il cristiano dev'essere libero e senza costrizioni.
La vera pietà religiosa non allontana gli uomini dal mondo, ma li rende capaci di vivervi meglio e suscita in loro degli sforzi per migliorarlo.
(W. Penn, Niente croce, niente corona).


Leggi tutto: 30 luglioWilliam Wilberforce (1759-1833)
testimone

Nel 1833 muore a Londra William Wilberforce, uomo politico e animatore del movimento missionario inglese.
William, che era nato a Hull nel 1759, divenuto parlamentare nel 1780 e assunti incarichi di prestigio in giovanissima età, accettò nel 1787 di sostenere in parlamento la mozione sull'abolizione della schiavitù, due anni dopo essersi convertito al movimento evangelicale. La lotta contro il commercio umano degli schiavi diventò così il suo principale impegno fino al 1807, quando entrambi i rami del parlamento inglese approvarono una legge che sanciva la fine della schiavitù nei territori britannici.
Ma la testimonianza di Wilberforce continuò fino alla fine della sua vita, come instancabile promotore delle missioni in India e tra gli schiavi riscattati, e come fondatore della Società Biblica nel proprio paese.
I suoi tre figli furono fra le personalità di maggior rilievo spirituale nella chiesa inglese del XIX secolo.


TRACCE DI LETTURA

Signori, non è la politica il principio che mi muove, e non mi vergogno a dirlo. Vi è un principio al di sopra di ogni realtà politica, e quando mi trovo a riflettere sul comando che dice: «Tu non ucciderai», credendolo di autorità divina, come potrei formulare un qualsiasi ragionamento della mia mente che osi contraddirlo?
(W. Wilberforce, Discorsi alla Casa dei Comuni )


PREGHIERA

Signore, nostro liberatore,
tu hai inviato il tuo Figlio Gesù Cristo
per liberare il tuo popolo dalla schiavitù del peccato:
fa' che, come il tuo servo William Wilberforce
lottò contro il peccato della schiavitù,
anche noi possiamo portare a tutti la nostra compassione
lavorando per la libertà di tutti i figli di Dio.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Gb 31,16-23; Gal 3,26-29; 4,6-7; Lc 4,16-21


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
William Wilberforce, riformatore sociale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pietro Crisologo (+ 450), vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (23 abīb/ḥamlē):
Longino il Centurione (I sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
William Penn, padre dei quaccheri in Inghilterra
August Vilmar (+ 1868), teologo in Assia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sila, Silvano, Epeneto, Crescente e Andronico (I sec.), apostoli

SIRO-OCCIDENTALI:
Gregorio Bar Hebraeus (+ 1286), monaco

29 luglio

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Marta, Maria e Lazzaro amici e ospiti del Signore,
tes
timoni

Nel calendario monastico occidentale si ricordano oggi Marta, Maria e Lazzaro, «amici e ospiti del Signore».
«Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro» (Gv 11,5): accanto agli uomini e alle donne che lo avevano seguito nella sua predicazione, gli evangelisti ricordano questi amici del Signore che lo accolsero nella loro casa e furono particolarmente associati al mistero della sua morte e resurrezione.
Marta accoglie Gesù e si mette a servire colui che era venuto nel mondo per servire e dare l'esempio di un amore «fino alla fine».
Maria di Betania è presentata dai vangeli come preoccupata solo di accogliere la presenza del Signore e di custodirne la Parola; secondo Giovanni è lei a cospargere di olio profumato il Cristo e ad asciugargli i piedi con i propri capelli, anticipando profeticamente l'unzione del corpo di Gesù per la sepoltura.
Lazzaro è l'amico che Gesù tanto amava e che richiama in vita proprio mentre si accinge a deporre la propria vita, offrendo così in quest'ultimo segno una profezia della resurrezione.
Marta, Maria e Lazzaro diedero il conforto dell'amicizia e un luogo di riposo al Figlio dell'uomo che non aveva una pietra su cui posare il capo. I monaci, da sempre attenti a riconoscere e servire il Cristo presente nell'ospite, festeggiano in loro gli ascoltatori della Parola che hanno saputo vivere l'intimità e la comunione con il Signore, fino a scorgere in quel Gesù che bussava alla loro porta il Messia che li avrebbe accolti nella dimora del Padre.


TRACCE DI LETTURA

Forse ai padri è sfuggito qualcosa: l'umanità così semplice di Gesù. Ripensiamo al vangelo di Marta e di Maria: «Ora, Gesù amava Marta, e sua sorella, e Lazzaro». Gli piaceva andarsi a riposare presso i suoi amici.
Scoprire l'amicizia di Cristo per noi significa anche scoprirci fratelli. Ma che Cristo abbia avuto amici speciali, che abbia manifestato delle predilezioni, non significa che ami meno qualcun altro. E' per ognuno di noi, in segreto, che ha una predilezione. Da ciò deriva, mi sembra, un principio fondamentale della vita spirituale: non bisogna fare paragoni. Ogni uomo è fuori misura. Chi può misurare l'uomo se non l'amore, che per l'appunto non misura mai? L'uomo non è suscettibile di confronti. Cristo non fa paragoni, ama ciascuno senza misura. Ricordiamolo bene, quando ci accostiamo agli uomini.
(Athenagoras, Dialoghi con Olivier Clément)


PREGHIERA

Signore nostro Dio,
nella casa di Betania
hai fatto gustare a tuo Figlio Gesù
l'amicizia di Lazzaro,
l'ospitale accoglienza di Marta
e l'adorante silenzio dell'ascolto di Maria:
concedici di condividere con te i nostri affetti,
di servire con amore i nostri fratelli,
immergendoci sempre di più
nella contemplazione della tua Parola.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Gen 18,1-8; Lc 10,38-42


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI
Maria, Marta e Lazzaro, compagni di nostro Signore

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Marta (calendario romano e ambrosiano)
Marta, Maria e Lazzaro, ospiti del Signore (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (22 abīb/ḥamlē):
Macario figlio di Basilide (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Olaf il Santo (+ 1030), sostenitore del cristianesimo in Norvegia

MARONITI:
Marta, sorella di Lazzaro

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Callinico di Gangra (III-IV sec.), martire
Teodota di Nicea e i suoi 3 figli (+ 304), martiri

VETEROCATTOLICI:
Marta, Maria e Lazzaro

28 luglio

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Johann Sebastian Bach (1685-1750)
testimone

Vi sono cristiani che hanno reso una profonda testimonianza a Cristo con la vita, altri attraverso gli scritti e gli insegnamenti che hanno lasciato ai posteri. Johann Sebastian Bach lo ha fatto con la musica, in modo costante, per tutto l'arco della sua parabola terrena.
Bach nacque ad Eisenach, in Turingia, nel 1685, ultimo figlio di una famiglia di musicisti. Rimasto orfano a nove anni della madre e a dieci del padre, egli ebbe tuttavia un'esistenza serena, ritmata dalla propria intensa vita familiare - fu padre di venti figli - e dalla professione di organista. Dopo il liceo Johann Sebastian fu infatti organista prima ad Arnstadt, poi alla corte del duca di Weimar, e infine a Lipsia.
In vita egli fu ammirato soprattutto come esecutore, mentre le sue più grandi opere religiose, come ad esempio la Passione secondo Matteo, passarono per lo più inosservate. Nella musica Bach traspose tutti gli affetti domestici e le esperienze religiose, riuscendo a narrare in modo straordinario la bellezza della quotidianità, da lui sempre avvertita alla luce dello sguardo misericordioso del Signore.
Bach morì a Lipsia, il 28 luglio del 1750, e a poco a poco emerse la sua grandiosa e originale produzione musicale, che fu una vera e propria trasposizione musicale della vita interiore che il musicista era riuscito a coltivare nonostante la gran mole di impegni a cui mai si era sottratto.


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Nazario e Celso, martiri (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (21 abīb/ḥamlē):
Susenio l'Eunuco (V sec.) (Chiesa copto-ortodossa)
Baṣalota Mikā'el (XIII-XIV sec.) e Lā'eka Māryām (XVI sec.), monaci (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Johann Sebastian Bach, musicista cristiano a Lipsia

MARONITI:
Sesto concilio ecumenico (680)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Procoro, Nicanore, Timone e Parmenas (I sec.), apostoli e diaconi
Vladimiro di Kiev (+ 1015), uguale agli apostoli (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Alfonsa dell'Immacolata concezione (+ 1946), religiosa (Chiesa malabarese)