Notizie dalla comunità 2025
Lettera agli amici - Qiqajon di Bose n. 79 - Natale 2025
La dinamica della stabilità
Nella notte della Trasfigurazione sr. Chiara ha emesso la sua professione monastica definitiva, rispondendo così al dono ricevuto di poter vivere stabilmente la propria vocazione battesimale nel celibato e nella vita comune con i fratelli e le sorelle di Bose. Questa celebrazione è stata come sempre anche l’occasione per ciascun fratello e sorella di rileggere ancora una volta davanti al Signore il proprio cammino monastico e la fedeltà agli impegni assunti: un cammino sostenuto dalla fedeltà del Signore e che alcuni novizi hanno intrapreso in questi mesi.
Proprio in questa luce di impegno assunto verso tutti i fratelli e le sorelle e “non verso un luogo particolare” – come recita la nostra regola – sr. Alice è rientrata a Bose dopo dodici anni trascorsi a Civitella, mentre sr. Cecilia ha raggiunto le sorelle là presenti. Analogamente fr. Simone si è unito ai fratelli di Ostuni. Inoltre, dalla I domenica di Avvento, sr. Natalia torna a vivere stabilmente in comunità a Bose.
“Crediamo la Chiesa una”
Una delle ultime parole di sant’Antonio ai suoi discepoli – “Respirate sempre Cristo” – è risuonata a conclusione del XXXI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa dedicato a lui, che ha vissuto ai tempi del concilio di Nicea e che ha rappresentato un’altra modalità di realizzazione dell’unità visibile dei cristiani: la ricerca di Dio nella solitudine del deserto, lontano da ogni luogo di potere, ma vicino al cuore di tutti gli esseri umani e nella pace con tutte le creature. I diversi relatori hanno presentato il contesto ecclesiale e umano in cui si è svolta la lunga vita di sant’Antonio (250/251‐356), le principali fonti letterarie che consentono di conoscere la sua conversione ascetica, le sue lotte contro il Maligno e la sua dottrina spirituale, e infine l’eredità lasciata ai monaci e alle monache, ovvero la loro vocazione a servire Dio, le Chiese e l’umanità.
Particolarmente folta è stata la presenza di monaci e monache (foto) di varie appartenenze e tradizioni ecclesiali, così come è risultata considerevolmente ampia e qualificata la rappresentanza ufficiale delle varie chiese. Il vescovo di Pinerolo Derio Olivero, presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ha portato il suo saluto e preso parte a una sessione. Durante la celebrazione del vespro secondo la liturgia ortodossa il Padre nostro è stato recitato successivamente in tutte le lingue dei presenti e al termine, durante la distribuzione del pane benedetto, è stata impartita a ciascuno la benedizione.
Com’è ormai tradizione e motivo di sempre rinnovata gioia, anche quest’anno abbiamo ospitato il seminario organizzato dall’Istituto teologico biblico di St. Andrew (Mosca): su iniziativa del prof. Alexei Bodrov, una decina di studiosi di diverse provenienze ecclesiali e geografiche hanno riflettuto sul tema: “Teologia della vulnerabilità”. Condivisione della preghiera, dei pasti e della passione per le chiese di tradizione siriaca hanno caratterizzato i lavori dell’assemblea annuale dell’Associazione Syriaca: vecchi amici e tanti giovani studiosi (circa 25) appassionati e preparatissimi si sono uniti ai membri “locali” – fr. Sabino e fr. Gianmarco – per alcune giornate di intenso scambio sulle più recenti fatiche di chi cerca di divulgare un patrimonio di rara profondità spirituale.
Il priore fr. Sabino ha partecipato a Creta ai lavori del comitato di coordinamento della sottocommissione mista per il dialogo tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa, di cui è membro da diversi anni. Inattesa e per questo ancor più gradita, ci è giunta a metà ottobre una lettera dalla Chiesa ortodossa ucraina: nel ringraziare per la vicinanza e il sostegno nella preghiera, il Metropolita Onufry vi esprimeva “il compiacimento che nella persona della monaca Sophia sia presente nella vostra comunità anche una particella della nostra Chiesa”.
Questa vicinanza ha avuto anche un successivo momento di intensa fraternità con la breve visita del vescovo + Iona, ausiliare di Kiev per la pastorale della gioventù e igumeno di un monastero in centro città. Accompagnato da p. Victor del monastero ortodosso di Arona, il vescovo ha partecipato alla nostra compieta domenicale, impartendo al termine la benedizione, per poi intrattenersi con fr. Sabino, sr. Sophia e altri fratelli e sorelle.
Sono state per noi un dono prezioso anche le visite di alcuni vescovi, pastori che hanno il ministero di suscitare e custodire l’unità delle comunità loro affidate e che, come san Paolo, sono abitati dalla “sollecitudine per tutte le Chiese” (cf. 2Cor 11,28) e dal profondo desiderio di comunione. Così l’arcivescovo di Palermo + Corrado Lorefice come ogni anno ha condiviso la nostra vita da fine luglio fino alla festa della Trasfigurazione, quando ha incontrato anche il vescovo di Biella Roberto Farinella e il suo predecessore + Gabriele Mana. Pensiamo anche a + Mar Abris, vescovo assiro orientale di Duhok e Ninive in Iraq, che ha sostato tra noi a Bose alcuni giorni, visitando poi anche la fraternità di Ostuni.
Dal canto suo il vescovo + Daniele Salera di Ivrea ha accompagnato il vescovo di Oppido Mamertina‐Palmi + Giuseppe Alberti e alcuni presbiteri della diocesi calabra per condividere con noi la preghiera dei vespri. Sempre dalla Calabria abbiamo accolto l’arcivescovo + Giovanni Checchinato con il gruppo di presidenza dell’Azione cattolica della diocesi di Cosenza‐Bisignano. In estate ha trascorso una settimana con noi il vescovo di Bruges + Lode Aerts, mentre i giorni di silenzio e preghiera vissuti in mezzo a noi da + Ovidio Vezzoli, vescovo di Fidenza, sono stati anche l’occasione per rinsaldare i legami fraterni che ci uniscono a lui da vari decenni.
Ricordiamo inoltre il breve passaggio del vescovo + Ephrem della Chiesa ortodossa etiopica del Tigray e quello ancor più rapido di + Pier Giacomo Grampa, vescovo emerito di Lugano.
A servizio delle chiese in Italia
Da sempre la nostra vita monastica desidera essere al contempo ai margini e al cuore della Chiesa e della società e vivere la propria vocazione e testimonianza ecclesiale a servizio degli uomini e delle donne del nostro tempo. In quest’ottica siamo particolarmente lieti che il priore fr. Sabino abbia potuto partecipare alla terza Assemblea sinodale delle Chiese che sono in Italia, aprendola con una meditazione sul racconto del primo discernimento comunitario narrato negli Atti degli Apostoli.
La Conferenza episcopale piemontese ha riconfermato fr. Guido come incaricato regionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. In tale veste nel mese di agosto fr. Guido si è recato a Torre Pellice per partecipare al culto e alla sessione di inaugurazione del Sinodo della Chiesa evangelica valdese – Unione delle Chiese metodiste e valdesi.
Sono proseguiti anche nella seconda parte dell’anno i Confronti, spazi di riflessione e di ascolto con persone che a vario titolo e da angolature diverse approfondiscono tematiche importanti per il vissuto della fede nel mondo contemporaneo. Abbiamo così ospitato Brunetto Salvarani, amico di vecchia data della nostra Comunità. Con la sua esperienza di docente di missiologia e teologia del dialogo nonché di attento studioso e promotore del dialogo ebraico-cristiano, ha stimolato i partecipanti a rispondere al pressante interrogativo “Senza chiesa e senza Dio?”, anche alla luce dei tragici eventi che lacerano la terra dell’incarnazione.
Un secondo confronto è stato animato da Luigino Bruni sul tema “L’altra intelligenza delle donne nella Bibbia. Relazioni, potere e pace nel libro di Ester”. Professore di economia e appassionato lettore della Bibbia, l’amico fraterno Luigino ha proposto una lettura in chiave narrativa della figura biblica di Ester, donna che ha saputo mostrare come possibilità di riscatto siano insite negli esseri umani a prescindere, anzi a partire proprio, dalle stesse contraddizioni che si trovano ad affrontare.
Nella comune vocazione
A fine settembre fr. Luigi, assiduo frequentatore del Monte Athos da vent’anni, ha accompagnato alla Santa Montagna fr. Guido e fr. Sargon, che invece visitavano quella realtà monastica per la prima volta. Il cammino immersi nella stupenda natura della penisola ha intervallato gli incontri fraterni in piccole “celle” o nei monasteri più grandi. Ricordiamo con particolare gratitudine per l’ospitalità cordiale p. Athanasios della cella di San Gregorio Teologo (che conserva in un quadernetto i nomi dei monaci conosciuti in passato, così da ricordarli nella preghiera), p. Ioachim di Mylopotamos (che, con nostra enorme sorpresa, ha invitato fr. Luigi a leggere all’ambone i salmi introduttori della preghiera del mattino) e p. Pamfilos della cella dei Dodici apostoli a Kerasia (che ci ha trasmesso la sua sapienza monastica maturata anche nei lunghi anni trascorsi al monastero di Santa Caterina al Sinai). La tappa finale è stata il monastero di Simonopetra, dove siamo giunti per la festa dell’Esaltazione della santa Croce e abbiamo sostato anche per la domenica immediatamente successiva, partecipando così a due vigilie festive seguite dalla divina liturgia e dal pranzo festivo. Qui fr. Luigi è “di casa”, ma l’accoglienza e l’accompagnamento riservatoci da p. Iakovos è stato tale che anche fr. Guido e fr. Sargon hanno avuto l’impressione di avervi già vissuto a lungo. Gli scambi fraterni con p. Makarios e con p. Ignatios, che ci ha fatto visitare il cimitero del monastero, ci hanno messo in comunione con quanti ci hanno preceduto nel cammino monastico.
In autunno, fr. Matteo, fr. Giandomenico e sr. Alice hanno preso parte all’annuale incontro del DIM (Dialogo interreligioso monastico) italiano, svoltosi presso l’Ashram induista di Altare (SV) e dedicato, per il secondo anno consecutivo, al tema “Vivere gli spazi monastici”. Fr. Matteo poi si è recato al monastero benedettino di Jouarre in Francia per la ripresa degli incontri del DIM europeo, affiancando il segretario generale, fr. Cyprian Consiglio.
In settembre, sr. Beatrice ha partecipato al capitolo generale della Comunità di fratelli e sorelle di Tibériade, in Belgio. I responsabili della Comunità, a seguito della visita che ci hanno fatto in primavera, domandavano la presenza di una sorella che potesse contribuire ai momenti assembleari con uno sguardo prospettico e che fosse disponibile per scambi personali. Riconosciamo con gratitudine la fiducia riposta in noi e la ricchezza che queste occasioni comportano per tutta la Comunità.
Abbiamo accolto poi con gioia i formandi e i formatori delle comunità monastiche per un seminario di internoviziato (foto) sul tema “I conflitti in comunità”: i monaci di Dumenza, Pra ’d Mill, Camaldoli, Bardolino, Germagno, Madonna dell’Unione a Boschi; le monache benedettine di Bastia Umbra, Saint Oyen, Isola San Giulio, Tagliacozzo, le monache camaldolesi di Poppi e Sant’Antonio a Roma; le clarisse di Città di Castello. Gli incontri, intensi e fraterni, hanno goduto della sapiente guida di d. Luca Balugani della fraternità Basilio e Gregorio di Modena, Giorgia Gariboldi e p. Emanuele, priore di Pra ’d Mill.
Per un’analoga iniziativa di collaborazione monastica, sr. Susanna si è recata in ottobre per un paio di giorni dalle benedettine di San Giulio d’Orta, dove i foresterari di vari monasteri del Nord Italia si sono ritrovati per un confronto fraterno su come rendere l’ospitalità sempre più capace di accogliere il Cristo presente nell’ospite. Con il medesimo spirito, abbiamo accolto il priore di Dumenza fr. Andrea che ha accompagnato fr. Elia rimasto da noi alcuni giorni per uno scambio di esperienze sulla gestione comunitaria della cucina e della dispensa.
La presenza in mezzo a noi di monaci e monache di altre comunità sono per noi sempre motivo di insegnamento, consolazione e ringraziamento al Signore per la comunione che ci è concessa di vivere. Ricordiamo in particolare fr. François Burgois, superiore generale della Comunità di Tibériade (Belgio), fr. Thomas Dürr della fraternità di Christusträger (Svizzera) e sr. Maria della Comunità di Pomeyrol (Francia). Inoltre, accompagnato da fr. Adalberto di Dumenza, è passato a salutarci, prima di rientrare al suo monastero di Beuron, fr. Sebastian, che in primavera aveva trascorso alcuni mesi con noi.
Fr. Sabino e sr. Sylvie si sono recati presso la Comunità di Grandchamp in Svizzera (foto) per partecipare al terzo incontro tra comunità ecumeniche che stanno cercando di leggere in profondità il dono che il Signore ha fatto loro di essere composte da membri appartenenti a diverse Chiese. Sr. Sylvie si è poi trattenuta presso le sorelle di Grandchamp per alcuni giorni in cui ha ravvivato un legame antico quanto Bose stessa.
Simili legami tra comunità non possono infatti fondarsi solo su ricordi – per quanto pieni di riconoscenza, come quelli che uniscono Bose a Taizé – ma devono nutrirsi di scambi e di visite reciproche. È in questo quadro che tra l’8 e il 13 settembre un assortito trio di fratelli di Bose ha trascorso qualche giorno nella comunità borgognona: fr. Mauro, che era stato solo una volta a Taizé nel lontano ’78, prima di entrare in comunità, e fr. Gianmarco e fr. Elia, che ne avevano sempre solo sentito parlare. L’accoglienza riservata dai frères è stata formidabile, anche grazie alla delicatezza e all’impegno di fr. Bernat che ha tutto predisposto sapientemente: i due pasti condivisi con l’intera comunità e quelli in piccole salette con un paio di fratelli alla volta, la partecipazione alle introduzioni bibliche insieme agli ospiti, e momenti di confronto su alcune tematiche particolarmente care a entrambe le comunità. I fratelli sono rientrati a Bose con il cuore e la mente colmi di volti, immagini, parole e, naturalmente, canti, quelli così caratteristici con cui Taizé ormai da decenni si offre allo Spirito come strumento per una rinnovata Pentecoste.
Negli stessi giorni, fr. Federico ha sostato presso il monastero trappista di Tamié, altra comunità con la quale abbiamo rapporti dagli inizi della nostra vicenda, alimentati da scambi e contatti regolari e confermati dall’accoglienza calorosa riservata dai fratelli non solo a lui ma anche a fr. Mauro, fr. Gianmarco e fr. Elia sulla via di ritorno da Taizé. Anche la giornata commemorativa di don Michele Do a vent’anni dalla sua scomparsa, svoltasi ad Alba, sua città di origine, è stata occasione di ritrovare comuni amici e di rendere grazie al Signore per il dono di questo presbitero appassionato del Vangelo e di Chiesa povera e bella. Fr. Sabino ha tenuto una relazione su “La Chiesa nel solco dell’incarnazione” durante questo momento di intensa fraternità.
Generazioni insieme
Convinti come siamo – grazie a quanto sperimentiamo quotidianamente nella nostra vita comune – che i giovani non solo saranno il futuro ma sono già parte significativa del presente di ogni comunità, chiesa e società, abbiamo progressivamente intensificato le iniziative per creare un dialogo costante tra generazioni, cercando di cogliere e valorizzare quanto la vita stessa offre ogni giorno in termini di convivenza.
È così giunta alla terza edizione “inSiEME”, l’esperienza di fraternità islamo-cristiana per giovani, da noi promossa in collaborazione con il cammino interreligioso “Astri nella notte” di Milano e sostenuta dalla Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Piemonte e Valle d’Aosta. L’iniziativa ha visto radunarsi a Bose trentasei giovani cristiani e musulmani, tra i 18 e i 35 anni: i momenti di preghiera in tempi e luoghi distinti per le due religioni, la condivisione dei pasti, il lavoro insieme a fratelli e sorelle di Bose (foto), le attività di formazione, riflessione e scambio a partire dall’identità religiosa specifica di ciascuno (foto) hanno contrassegnato le giornate in cui la fraternità si è approfondita sempre più. Con alcuni monaci e monache, i giovani hanno visitato la moschea Mohammed VI di Torino, in occasione della preghiera del venerdì, dove hanno avuto un’intensa conversazione con l’imam Ibrahim Gabriele Iungo, la cui amicizia e collaborazione sostiene questo cammino fin dai suoi inizi. In un momento buio della nostra umanità, come credenti nel Dio della vita e non della morte, i giovani partecipanti hanno potuto sostare con urgenza sul tema prescelto della speranza, scrutando innanzitutto le rispettive Scritture per attingervi parole di pace comuni, e poi ascoltando due testimoni di speranza: Hamdan al-Zeqri – delegato UCOII (Unione delle comunità islamiche d’Italia) per il dialogo interreligioso e l’assistenza ai detenuti e ministro di culto nel carcere di Sollicciano (FI) – e don Claudio Burgio, fondatore della comunità di accoglienza per minori Kayros e cappellano dell’Istituto minorile Cesare Beccaria di Milano.
Un’analoga prospettiva ha animato la Settimana ecumenica internazionale “Diversamente uniti”, che ha visto la presenza di una trentina tra giovani e animatori (foto) in rappresentanza di Chiese cristiane e paesi diversi: Norvegia, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Lituania, Svizzera, Francia, Italia, Inghilterra, Egitto, Tanzania. Gli animatori di questo percorso formativo articolato attorno alla Prima lettera ai Corinti, oltre a fr. Gianmarco e sr. Giulia, sono stati il presbitero anglicano Richard Carter (che svolge il suo ministero a Londra, dove ha fondato la Comunità di Nazareth e di cui abbiamo pubblicato un paio di testi presso le nostre edizioni); Fiona Kendall della Chiesa riformata di Scozia (membro della Comunità di Iona in Scozia, moderatrice della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa e collaboratrice di Mediterranean Hope) e William Skolt Grosås, pastore luterano e professore associato di teologia dell’università di Bergen in Norvegia. Durante gli uffici del mattino e della sera la preghiera del Padre nostro è stata cantata ogni volta in una delle lingue dei partecipanti, per dare voce alla comunione tra cristiani di diverse confessioni, sperimentata nel quotidiano alternarsi di lavoro (foto), riflessione, preghiera, convivialità.
Prosegue anche il percorso “Camminare con la Parola”, con il quale si intende offrire un fine settimana o alcuni giorni ai giovani dai 18 ai 30 anni che desiderano approfondire la conoscenza della parola di Dio. È un itinerario alla scoperta di alcuni temi importanti della spiritualità cristiana per comprenderli, custodirli e viverli quotidianamente: nella tappa di questo autunno i giovani hanno sostato sul tema dell’ascolto: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!”. Ai partecipanti è stata offerta anche la possibilità di un confronto con fratelli e sorelle della Comunità e di accostarsi al sacramento della riconciliazione.
Il Mediterraneo è da sempre mare che unisce e al contempo separa, ma da alcuni anni è diventato soprattutto mare che uccide tante giovani vite. Eppure la sua vocazione di pace non deve venir meno: questa estate una serie di iniziative ha accompagnato il percorso della nave-scuola di pace nel Mediterraneo “Bel Espoir”, con la partecipazione di numerosi giovani di tutte le nazionalità, culture e religioni. In occasione della loro sosta nel porto di Ravenna, fr. Sabino è intervenuto al convegno su “Cristianesimi d’oriente e d’occidente”.
L’area attrezzata sul pendio della collina (foto) alle spalle della comunità è ormai un punto di riferimento che per lunghi mesi dell’anno ferve di vita grazie alla consolidata collaborazione con l’Agesci e non solo: che si tratti di ROSS (Route d’orientamento alla scelta di servizio), di CFA (Campo di formazione associativa) o di semplici hike, giovani scout di ogni parte d’Italia arricchiscono il vissuto della comunità nella condivisione dell’essenziale e nella ricerca di senso e di comunione.
Durante l’estate abbiamo ospitato nel cortile adiacente al nostro piccolo chiostro una sezione della mostra diffusa di giovani artisti/studenti dell’Accademia di Brera “Stile libero”, organizzata per il paese di Magnano da Michela Pomaro e dal pittore Giovanni Frangi, le cui opere hanno illustrato la sezione del nostro sito dedicata al Vangelo del giorno nello scorso tempo ordinario. Arte anche come musica, esperienza di bellezza da condividere e portare nei luoghi più marginali della nostra società, perché possa davvero raggiungere tutti. È lo spirito che anima Lucia Martinelli, ideatrice del progetto “Musica nell’aria”, che insieme ai musicisti Giuseppe Zangaro e Luca Garlaschelli, ci ha offerto una suggestiva serata musicale nel cuore dell’estate.