Qualche parola sulla comunità

La comunità di Bose riunita attorno al fuoco per la festa della nascita di San Giovanni Battista, 24 giugno 2007
...vivere radicalmente l’evangelo nel celibato e riuniti in comunità...

A partire dai primi secoli vi sono stati uomini e donne, chiamati ben presto monaci, che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere l’evangelo nel celibato e riuniti in comunità

 

A partire dai primi secoli vi sono stati uomini e donne, chiamati ben presto monaci, che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere radicalmente l’evangelo nel celibato e riuniti in comunità.

Bose si innesta in questa tradizione, propria dell’oriente e dell’occidente cristiani, per vivere oggi il progetto del monachesimo, sotto la guida di una regola e di un padre spirituale, chiamato priore, che hanno il compito di rimandare costantemente all’unica luce dell’evangelo di Gesù Cristo.

  • «Bose» è una comunità di monaci e monache appartenenti a chiese cristiane diverse
  • che cercano Dio nell’obbedienza all’evangelo, nella comunione fraterna, nel celibato
  • presente nella compagnia degli uomini, si pone al loro servizio
la casa dell’inizio della comunità come si presenta oggi
la casa dell’inizio della comunità come si presenta oggi
...in una casa affittata presso le cascine di Bose...

La Comunità monastica di Bose è stata canonicamente approvata con decreto del Vescovo di Biella, mons. Massimo Giustetti in data 11 luglio 2000 che ne ha anche  approvato lo statuto e l’annessa regola monastica. Il successore come Ordinario di Biella, mons. Gabriele Mana ha confermato la suddetta acquisizione della personalità giuridica e approvato il pdfnuovo statuto con decreto in data 11 dicembre 2016. La regola monastica era stata approvata dal card. Michele Pellegrino di Torino in occasione della professione dei primi sette fratelli il 23 aprile 1973 e confermata dal suo successore, il card. Anastasio Ballestrero il 6 agosto 1978.

La comunità nasce l’8 dicembre del 1965, giorno in cui si chiude il concilio Vaticano II, quando Enzo Bianchi decide di iniziare a vivere, solo, in una casa affittata presso le cascine di Bose. I primi fratelli giungono tre anni dopo, e fra essi una donna e un pastore evangelico. Da allora, al mattino, a mezzogiorno e alla sera, si celebra la liturgia delle ore cantata, si lavora, si pratica l’accoglienza, si studia la Scrittura e la tradizione monastica, e si vive la faticosa ma feconda avventura comunitaria.

Oggi la comunità è formata da circa ottanta persone, uomini e donne, alcuni dei quali evangelici e ortodossi, cinque presbiteri e un pastore. Senza averlo ricercato, ma per un grande dono dello Spirito, fin dall’inizio hanno fatto parte della comunità cristiani appartenenti a confessioni diverse. Di questo dono si è cercato di fare un impegno per l’unità di tutti i cristiani, nella fedeltà alla parola di Cristo: “Che tutti siano una sola cosa”.

la comunità riunita in preghiera
la comunità riunita in preghiera
...la preghiera comunitaria nei tre uffici quotidiani...

Alla preghiera comunitaria, nei tre uffici quotidiani, fa eco nella vita di ogni fratello e ogni sorella la preghiera personale, anzitutto la lectio divina, offerta ogni giorno anche agli ospiti da un membro della comunità. Il sabato sera, in preparazione all’eucaristia domenicale, comunità e ospiti si ritrovano per la veglia comunitaria, nel corso della quale si ascoltano insieme i testi biblici della domenica e il priore, o un fratello da lui incaricato, aiuta a cogliere l’unità spirituale che caratterizza i brani della Scrittura proposti dal lezionario.

Qual è la vita dei fratelli e delle sorelle a Bose? È una vita semplice, tendente all’essenziale: una vita cenobitica fatta di preghiera e lavoro. Non c’è infatti un’opera propria della comunità monastica, se non quella di credere e vivere in colui che Dio ha mandato: Gesù Cristo. Tutti i membri della comunità lavorano, guadagnandosi da vivere con le proprie mani, come tutti gli altri uomini e sull’esempio degli apostoli e dei padri. Frutteto e orto, atelier di ceramica, di icone, la falegnameria, una casa editrice, la tipografia, così come la ricerca biblica e catechetica sulla grande tradizione ebraica e cristiana sono alcune delle attività professionali sviluppate fino a oggi, a servizio della comunità e delle chiese locali che spesso manifestano l’esigenza di compiere un piccolo tratto di strada in compagnia della comunità, per approfondire assieme ad essa temi di carattere biblico e spirituale.

La nostra comunità non riceve finanziamenti di nessun tipo e vive unicamente dei proventi del lavoro dei suoi membri: con questo spirito vuole restare un luogo di accoglienza aperto a tutti. Per le spese dell’ospitalità chiediamo a ciascuno di partecipare liberamente nella misura delle sue possibilità. Dal nostro lavoro e dalla vostra sensibilità dipende la possibilità di non escludere nessun ospite per motivi economici.

ospiti e case dell’ospitalità
ospiti e case dell’ospitalità
...a Bose tutti sono accolti ma soprattutto....

L’ospitalità è un ministero praticato fin dalle origini del monachesimo. A Bose tutti sono accolti, ma soprattutto coloro che cercano un’occasione per confrontarsi o per saggiare la vita comunitaria, e quanti hanno bisogno di un luogo in disparte, nel quale sostare in silenzio. La nostra comunità pratica l’accoglienza di tutti, ma soprattutto di chi vuole condividere la nostra preghiera e la nostra vita, o di chi cerca un luogo per confrontarsi con dei fratelli sui problemi del mondo e della chiesa.