Fare della propria vita un capo­lavoro

Per essere uomini autentici, per fare della propria vita un capo­lavoro, è invece necessario fare discernimento delle parole, delle proposte, delle presenze dominanti e interrogarsi... Il giovane del racconto di Marco è uno sconosciuto, sappiamo solo che era giovane (come appare dal racconto parallelo di Mt 19,16-22: cf. vv. 20-22), ma siccome si interrogava sul senso della vi­ta si è accorto del passaggio di Gesù e lo ha interrogato, si è arri­schiato a porre delle domande a quel rabbi che passava. «Maestro buono - gli ha chiesto - che cosa devo fare per ottene­re la vita per sempre?».

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La compassione

Nella relazione con il malato e con il sofferente in genere, la compassione è attitudine essenziale. Dal punto di vista teologico la Bibbia attribuisce la compassione anzitutto a Dio e ne fa l’elemento in base al quale Dio “vede” la sofferenza del popolo e si appresta a intervenire a suo favore (Esodo 2,23-25; 3,7-8); Cristo nei vangeli appare come narrazione e personificazione della compassione di Dio, ben espressa nell’atteggiamento del buon samaritano che, passando accanto all’uomo ferito, “lo vide e ne ebbe compassione” (Luca 10,33).

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Sovrano nella sua vulnerabilità

Il mio modo di essere, le mie opinioni non nascono forse dalle pieghe della carne? Il corpo influisce sulla mia visione del mondo. Ciascuno pensa sempre con un vissuto, con la propria storia. anche la personalità più eterea affonda oscure radici nell’esperienza di un corpo, di una carne. angosce, paure, desideri, convinzioni si radicano nel più profondo dell’essere e traggono origine nel corpo, che conserva la memoria di ogni cosa.

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La vocazione personale

Ogni vocazione è la manifestazione di un'elezione eterna, di una chiamata prima della fondazione del mondo ma è altrettanto vero che l'evento della vocazione si situa nella storia particolare e personale di un chiamato. In questo volgersi epifanico di Dio alla sua creatura la Parola di Dio è emanata una seconda volta cosicché avviene una discesa, una entrata, una emergenza della Parola efficace di Dio che appare come intima auto-espressione di Dio.

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Una vita diversa che fa sorgere domande

(…) Occorre fare tutti gli sforzi in vista di una generosa evangelizzazione della cultura e delle culture. Esse devono essere rigenerate mediante l’incontro con la Buona Novella. Ma questo incontro non si produrrà, se la Buona Novella non è proclamata.
Ed essa deve anzitutto essere proclamata mediante la testimonianza. Ecco: un cristiano o un gruppo di cristiani, in seno alla comunità degli uomini nella quale vivono, manifestano capacità di comprensione e di accoglimento, comunione di vita e di destino con gli altri, solidarietà negli sforzi di tutti per tutto ciò che è nobile e buono.

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Il cristiano «compagno» degli uomini

Per «compagnia degli uomini» io voglio indicare quella situazione che vede il cristiano «compagno» degli uomini, cioè il cristiano che sta con gli uomini abitualmente, quotidianamente, ferialmente: sta con loro mangiando lo stesso pane, camminando con loro senza evasioni né esenzioni, comunicando con loro nel male e nel bene presenti nella storia. La compagnia degli uomini è vissuta quando la chiesa si sa nel mondo, i cristiani parte dell'umanità, il cristianesimo nella storia; dunque non «chiesa e mondo», non «cristiani e uomini», non «credenti e non credenti»!

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