La verità vi farà liberi

immagine satellitare - Foto di USGS su Unsplash
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21 maggio 2025

Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 8,31-51

In quel tempo31Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: «Diventerete liberi»?». 34Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». 39Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». 42Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». 48Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». 49Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica.  51In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno».


Gesù nel brano precedente ha parlato a lungo del suo rapporto con il Padre facendo anche riferimento alla sua morte ormai prossima, parole difficili da capire e da accettare, eppure il brano si conclude: “A queste parole molti credettero in lui”. Ed è a coloro che hanno creduto che ora si rivolge di nuovo Gesù.

Il brano di oggi si apre con quella grande esortazione alla fedeltà allo “sta scritto”, alla Parola di Dio contenuta nelle Scritture. Questa è l’unica strada per diventare veramente suoi discepoli e aprirci alla vita vera : “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Queste parole così chiare sulla verità e sulla libertà destano una reazione che ci stupisce.

 Il tono dei suoi interlocutori si fa polemico, si inasprisce, rivendicano i loro privilegi, il loro essere figli di Abramo. Avevano creduto in Gesù, ma si tratta ora di accettare la persona stessa di Gesù, la verità del suo essere figlio di Dio, lui che è solo un uomo ai loro occhi. Si tratta di accettare le parole con cui ci dichiara tutti fratelli, senza distinzioni, tutti chiamati ad essere figli di Dio, come lui.

Solo accettando la sua parola come vera diventiamo capaci di amare come lui ci ha amati, sia liberati dalla preoccupazione di dover ricercare il nostro piacere, sia dal timore di un dio-padrone: è un capovolgimento del nostro sentire e pensare piccolo.

Diventiamo liberi di amare riconoscendoci amati, guardando la realtà come la vede il Signore che fece buona ogni cosa (cf. Gen 1). Si tratta di credere che Dio è profondamente buono.

 La verità ci rende liberi, di contro la menzogna che ci rende schiavi di noi stessi, ci fa smarrire, ci chiude nella paura. Ma è necessario conoscere di chi è di che cosa siamo schiavi. Noi siamo davvero la parola che accettiamo in noi e le nostre opere lo dimostrano: se agiamo per paura e non per amore (nostro e degli altri) restiamo schiavi del male.

Ecco allora perché ci viene rivolto l’invito pressante di Gesù di dimorare nella Parola che ci è stata data: osservala, amarla, farci a poco a poco trasformare da essa nel lungo cammino della vita, agire così da figli, liberi nell’amore che ci rende simili a Dio non nasconderci dietro l’apparenza, l’appartenenza, l’osservanza, la dottrina, cercando in esse garanzie.

È commovente come Gesù sia turbato dalla non comprensione dei suoi interlocutori (v. 43) dalla resistenza che fanno alle sue parole: vorrebbe portare tutti alla verità e alla libertà.

Anche noi spesso non ascoltiamo perché in noi abita una parola diversa che può essere sbagliata, a cui ci attacchiamo. Questa ci fa vivere nella non-realtà. Altre volte usiamo la menzogna per affermarci sugli altri. E questo ci porta a vivere contro la nostra verità di essere tutti, indistintamente figli di Dio. 

La libertà nella verità è il grande dono che Dio in Gesù fa a tutti noi. Sta a noi farla nostra nell’ascolto della sua Parola che è per tutti buona novella. E chi lo ascolta ha vinto la morte ci ricorda Gesù: “Non vedrà mai la morte” (v.51). Non vedrà la morte intesa come fine, baratro poiché la nostra morte sarà superata, sarà un passaggio nelle mani di Dio che ci è Padre.

sorella Margherita