1 aprile

Melitone di Sardi (II sec.)
pastore

Alcuni antichi calendari sia occidentali sia orientali ricordano in questo giorno Melitone, vescovo di Sardi. Le notizie riguardanti la sua vita sono molto scarne. Melitone è definito da Policrate di Efeso «un eunuco che viveva interamente nello Spirito santo», a sottolineare il suo celibato volontario, molto raro nel II secolo. Secondo Eusebio, Melitone fu vescovo di Sardi e visitò la Terra Santa per raccogliere informazioni precise riguardo al canone delle Scritture ebraiche. Assertore degli usi quartodecimani, cioè della necessità di continuare a celebrare la pasqua cristiana il 14 di nisan, Melitone è famoso soprattutto per le sue omelie Sulla Pasqua, che eserciteranno un grande influsso sulle liturgie posteriori. In esse, servendosi largamente dell'esegesi tipologica, Melitone ripercorre la storia della salvezza, riconoscendo nel mistero pasquale di Cristo, agnello immolato per la salvezza dei credenti, il culmine e il centro della vicenda umana e cosmica. In un alternarsi di toni poetici e profetici da un lato e di una soprendente profondità teologica dall'altro, Melitone rimanda con vigore e trasporto tutti gli uomini al Cristo, nella cui pasqua è avvenuta la pasqua dei credenti, il loro passaggio dalla morte alla vita.
Alle sue omelie - purtroppo segnate dalla polemica, molto viva nel II secolo, tra chiesa e sinagoga - sono ispirati diversi kontakia bizantini, nonché gli Improperi del Venerdì santo e l'Exsultet pasquale della chiesa latina.


TRACCE DI LETTURA

Egli è colui che ci ha fatti passare
dalla schiavitù alla libertà,
dalle tenebre alla luce,
dalla morte alla vita,
dalla tirannide al regno eterno,
facendo di noi un sacerdozio nuovo,
un popolo eletto in eterno.

Questi è l'agnello senza voce.
Questi è l'agnello trucidato.
Questi è colui che fu partorito da Maria, la buona agnella.
Questi è colui che dal gregge fu prelevato,
e al macello trascinato,
e di sera fu immolato
e di notte seppellito;
colui che sul legno non fu spezzato,
che in terrà non andò dissolto,
che dai morti è risuscitato
e ha risollevato l'uomo dal profondo della tomba.

(Melitone di Sardi, Sulla Pasqua 68.71)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Frederick Denison Maurice (+ 1872), presbitero, maestro della fede

COPTI ED ETIOPICI (23 baramhāt/maggābit):
Daniele (VI sec. a.C.), profeta

LUTERANI:
Amalie Sieveking (+ 1859), benefattrice ad Amburgo

MARONITI:
Maria Egiziaca (+ 522)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Maria Egiziaca, monaca
Abramo di Kazan (+ 1229), martire (Chiesa bulgara)

31 maggio

Visitazione della beata vergine Maria

La chiesa cattolica e la chiesa anglicana ricordano oggi la Visitazione della beata vergine Maria.
Secondo il Vangelo di Luca, Maria dopo aver ricevuto l'annuncio dall'angelo si mise in viaggio verso i monti della Giudea per rendere visita alla cugina Elisabetta, anch'essa in attesa di un figlio che sarà il Precursore del Messia.
Abitata dalla presenza di Dio, Maria porta «con l'esultanza del desiderio e nella fretta della sua gioia», come commenta Ambrogio, tale presenza al mondo, e in Giovanni, che trasale di gioia nel grembo di sua madre, riceve il riconoscimento dei profeti di Israele.
Una memoria della Visitazione ricorreva fin dal VI secolo nella chiesa latina alla terza domenica di Avvento. Come festa vera e propria essa fu dapprima introdotta dai francescani nel 1263, e poi estesa a tutta la chiesa d'occidente da papa Bonifacio IX nel 1389. In tale occasione, fu spostata al 2 luglio, ottava della nascita del Battista, per impetrare la fine del grande scisma d'occidente.
La data odierna, collocata fra l'Annunciazione e la nascita di Giovanni, è stata scelta dal nuovo calendario cattolico per segnare tra l'altro la conclusione del tradizionale mese mariano. Per le sue evidenti motivazioni bibliche, essa è stata adottata anche dalla Chiesa d'Inghilterra.


TRACCE DI LETTURA

Ancora le era facile l'andare, al principio,
ma nella salita a volte lo avvertiva
il suo corpo miracoloso -
e si fermava, allora, respirando, sugli alti

monti di Giuda. Non la terra, ma per lei
la sua pienezza intorno era distesa;
andando lo sentì: questa grandezza
mai sarà varcata - questa, che ora percepiva.

E la spingeva a posare la mano
sul grembo dell'altra, già più largo.
E barcollarono le donne l'una verso l'altra,
e capelli e vesti si toccarono.

Ciascuna, colma del suo tempio,
nella compagna sua si riparava.
Ah, il Salvatore in lei - ancora un fiore;
ma il Battista in grembo alla cugina
ruppe la sua gioia dando guizzi.

(Rainer Maria Rilke, Visitazione di Maria)


PREGHIERA

Signore Dio,
prima di venire alla luce
Giovanni il profeta nel seno di sua madre
ha ricevuto la grazia di riconoscere tuo Figlio
nel seno di Maria:
accorda a quelli che ti cercano senza conoscerti
di accogliere la tua parola
e di esultare di gioia
nell'attesa della luce promessa:
Gesù Cristo, nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
Sof 3,14-18 (vigilia); 2Sam 6,1-15; Rm 12,9-16; Lc 1,39-45


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Visita della beata vergine Maria a Elisabetta

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Visitazione della beata vergine Maria (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (23 bašans/genbot):
Giunia (I sec.), compagna di Andronico (Chiesa copta)

LUTERANI:
Joachim Neander (+ 1680), poeta a Brema
Johann Friedrich Flattich (+ 1797), teologo nel Württemberg

MARONITI:
Ermia di Comana (II sec.), martire
Petronilla (II-IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ermia di Comana, martire

30 maggio

Martiri del regime ustascia (1941-1945)

Nel maggio del 1941, le milizie nazionaliste croate allestiscono il lager di Jasenovac, nel quale verranno uccisi tra il 1941 e il 1945 centinaia di migliaia di internati, in gran parte serbi ed ebrei.
In quello stesso periodo, il regime ustascia del dittatore Ante Pavelić, appoggiato da Hitler e da Mussolini e ben visto da una parte della gerarchia cattolica, conduce al massacro cinquantamila ebrei, settecentomila ortodossi serbi, e perfino qualche cattolico sloveno, distruggendo pressoché tutte le sinagoghe della Croazia e duecentonovantanove chiese ortodosse.
Il Patriarcato ortodosso serbo pagò un prezzo altissimo alla furia devastatrice degli ustascia: sei vescovi, oltre trecento preti e duecentoventidue religiosi persero la vita in quel breve arco di tempo. Nella sola eparchia ortodossa di Plaski, rimasero in vita non più di cinque presbiteri su centotrentasette. I capi religiosi, i rabbini da una parte e i metropoliti dall'altra, furono costretti a patire in pubblico, da vivi e da morti, efferatezze inenarrabili.
Tra i principali collaboratori del regime antiumano di Pavelić vi furono perfino alcuni religiosi cattolici. Pochi furono i loro vescovi che levarono la voce in favore degli ebrei, quasi nessuno lo fece per difendere i serbi.
Il martirio della Chiesa serba e degli ebrei croati, certo motivato anzitutto dagli odi nazionalistici a lungo alimentati in quelle terre di confine, deve essere un monito a ricordare come le fedi religiose debbano in ogni tempo vigilare sulla strumentalizzazione di cui possono essere fatte oggetto, e i cui esiti nella storia sono stati sempre devastanti. Ma ogni cristiano è chiamato a verificare quanto sia compatibile la fede di Cristo con qualsiasi ideologia che non sappia riconoscere la dignità e l'inviolabilità della vita di ogni uomo.


TRACCE DI LETTURA

Quando ti trovi nelle gole di Prebilovci, fra i teschi dei serbi ammassati senza pietà dagli ustascia, allora riaffiora l'eterna domanda di Giobbe, in modo ossessivo, perché noi siamo incapaci di dare una risposta a tale domanda. A quale dio della morte sono stati sacrificati quei martiri, e a quale dio dell'amore, della giustizia, della misericordia, se il nostro Dio è un dio onnipotente?
Se Cristo non esistesse, se non ci fossero stati la sua venuta e il suo martirio, allora questa domanda sarebbe destinata a rimanere senza risposta, con tutto il non senso che essa racchiude. All'indomani del pogrom di Kraljevo del 1942, guidato dalle truppe hitleriane, quando le famiglie dei fucilati vennero per dar loro sepoltura, una delle vittime chiese al prete che si trovava in quel luogo: «Padre, dov'era Dio ieri mentre mio figlio veniva fucilato?». Il prete condusse allora quel padre di famiglia nella chiesa, e mostrandogli il crocifisso gli rispose: «Ecco dov'era».

Cristo ha perdonato mentre si trovava sulla croce. E noi, come possiamo perdonare? Non vi è altra via se non quella che consiste nel ricercare nelle profondità del nostro cuore quelle scintille d'amore che non cessano mai di ardere in ogni cristiano, e che il Cristo è venuto a ravvivare con il suo insegnamento e la sua vita.

(Pavle, patriarca di Serbia)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Josephine Butler (+ 1906), riformatrice sociale
Giovanna d'Arco (+ 1431), visionaria
Apolo Kivebulaya (+ 1933), presbitero, evangelizzatore in Africa centrale

COPTI ED ETIOPICI (22 bašans/genbot):
Andronico (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Gottfried Arnold (+ 1714), teologo in Sassonia

MARONITI:
Isacco di Costantinopoli (+ 406 ca), monaco e confessore
Felice I (+ 274 ca), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Isacco di Costantinopoli, monaco e confessore