29 novembre

GIACOMO DI SARŪG (451-521)
pastore

La chiesa siro-occidentale fa oggi memoria di uno dei suoi più grandi scrittori e poeti: Giacomo di Sarūg la cui vita ci è giunta soprattutto grazie alla Storia del contemporaneo Giacomo di Edessa. Nato nel 451 nel villaggio di Qurtam, sull'Eufrate, Giacomo studiò alla celebre scuola di Edessa. A 22 anni divenne monaco, e iniziò presto a trasfondere la sua meditazione delle Scritture in poemi religiosi di rara bellezza. Dopo aver ricevuto l'ordinazione presbiterale, Giacomo divenne visitatore ecclesiastico della chiesa locale di Ḥawra, ed ebbe così modo di conoscere tutta la Siria; poi, sul finire della vita, fu eletto vescovo di Batnān-Sarūg, nel 518. Giacomo morì il 29 novembre del 521, e per le sue grandi doti di scrittore la chiesa siriaca gli attribuì il titolo di «arpa dello Spirito santo», al pari del suo maestro sant'Efrem. Dei suoi 763 poemi, appena un terzo è giunto a noi. In essi Giacomo canta con continui e sapienti rinvii alle Scritture ebraiche e cristiane la bellezza dell'agire divino nella storia, riflesso emblematicamente nello sguardo misericordioso di Dio rivelato a noi dal volto di Cristo.


TRACCE DI LETTURA

Nel suo dolore, l'anima malata dice:
Chi mi restituirà la bellezza di cui ero adorna
perché non pecchi più?

E se Dio mi ha gradito
a motivo della sua misericordia,
chi mi restituirà le qualità che ho perduto?

La mia natura è bella e splendente come il giorno;
se succederà che si spenga e si oscuri,
chi la rischiarerà ancora
per restituirle la bellezza?

E se tu cancelli i miei peccati
con la tua misericordia,
chi mi innalzerà al livello da cui sono caduta?

O anima che hai perduto la bellezza,
tu sei l'immagine del re: vieni!
La tua bellezza è fra le mani del tuo Signore:
egli l'ha custodita per te fino al momento
in cui farai ritorno a lui.

Allora egli te la ridarà
secondo la sua promessa.
Ci tiene assolutamente a rendertela.
(Giacomo di Sarug, Poemi )


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giorno d'intercessione e ringraziamento per l'attività missionaria della chiesa

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Saturnino (III sec.), vescovo di Tolosa e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (20 hatūr/ ḫedār):
Anniano (I sec.), 2° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Teodoro lo Stratilata (+ 319), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI
Saturnino, martire a Roma

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Paramone di Bisaltia e 370 compagni (+ 250), martiri

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo di Sarūg, vescovo

28 novembre

PAISIJ VELIČKOVSKIJ (1722-1793)
monaco

Le chiese ortodosse ricordano oggi lo starec  Paisij Veličkovskij, maestro di intere generazioni di monaci. Paisij nacque nel 1722 a Poltava, in Ucraina. Desideroso di una profonda vita spirituale, egli entrò nell'Accademia teologica di Kiev. Deluso dai sistemi troppo ispirati alla teologia delle scuole occidentali e poco radicati nella tradizione patristica, egli partì alla volta dell'Athos, dove giunse all'età di 24 anni. Uomo di grande dolcezza, amante della sapienza e capace di utilizzare i moderni metodi scientifici per esplorare il pensiero dei padri, Paisij trovò presto riunita attorno a sé una folta schiera di monaci romeni e slavi. Cominciò allora a organizzare comunità cenobitiche, che strutturava attorno al duplice polo della preghiera di Gesù, da lui appresa al Monte Athos, e dello studio dei padri. Grazie a Paisij e ai suoi compagni furono tradotte per la prima volta in lingua romena e slava moltissime opere patristiche. È a lui che si deve l'edizione in slavone della Filocalia, cioè dell'antologia composta da Nicodemo Aghiorita di testi dei padri orientali sulla preghiera del cuore. Per il suo discernimento e l'enorme numero di discepoli di diverse nazionalità che aveva accolto e saputo riconciliare attorno a sé, Paisij esercitò un profondo influsso sulla vita spirituale di generazioni di cristiani e di monaci. Paisij morì il 15 novembre del 1793 nel monastero romeno di Neamţ, di cui nel 1779 era divenuto starec.


TRACCE DI LETTURA

Così si edifica la vita comunitaria dei cenobi: per prima cosa, figli miei occorre che chi presiede sia molto versato in tutte le divine Scritture, in pieno possesso del dono di un vero e retto discernimento, capace di istruire e di guidare i suoi discepoli secondo la potenza delle sante Scritttire. Abbia amore vero e sincero per tutti. Sia mite e molto umile, molto paziente. Sia assolutamente libero dalla collera. In secondo luogo, i discepoli siano nelle sue mani come utensili nelle mami dell'artista, come argilla nelle mani del vasaio, corne la pecora nelle mani del pastore. Non posseggano beni particolari, nulla di nulla, nemmeno un ago. Non confidino in se stessi a proposito di nulla, ma solo nel loro padre spirititale.
(P.Veličkovskij, Lettere)

La vera obbedienza consiste in questo: nel non pensare che si servono gli uomini, bensì il Signore. Dall'obbedienza nasce l'umiltà e l'umiltà è il fondamento di tutti i comandamenti, così come l'amore ne è la sommità. Perciò sforzatevi, nei limiti delle vostre possibilità, di compiere tutti i comandamenti del Signore. Umiliatevi l'uno davanti all'altro; preferite l'altro a voi stessi e abbiate amore secondo Dio tra di voi. Allora ci sarà in voi un'unica anima e un unico cuore nella grazia di Cristo.
(P. Veličkovskij, Istruzioni ai monaci)


PREGHIERA

Diffusore per grazia
della vita monastica,
come un'ape laboriosa
hai nutrito le nostre anime
di scritti patristici,
guidando ciascuno di noi
sulla via della salvezza,
per cui ti cantiamo:
rallegrati, sapiente padre Paisij,
rinnovatore della paternità spirituale
nelle nostre terre.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,7-16; Lc 6,17-23


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni di Dio (+ 1550), religioso (calendario ambrosiano)
Caprasio (III-IV sec.?), vescovo e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (19 hatūr/ ḫedār):
Dedicazione della chiesa di San Sergio e Bacco a Rosafa (Chiesa copto-ortodossa)
Bartolomeo, apostolo (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Margaretha Blarer (+ 1541), madre di comunità a Costanza

MARONITI:
Stefano il Giovane (+ 764), martire
Irenarco di Sebaste (+ 303), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Stefano il Giovane, osiomartire
Irenarco, martire
Paisij Veličkovskij, monaco (Chiesa russa)

SIRO-OCCIDENTALI:
Giuliano (+ 595), patriarca di Antiochia

SIRO-ORIENTALI:
Andrea, apostolo (Chiesa malabarese)

27 novembre

SIDDHARTA GOTAMA BUDDHA (ca. 560-480 a.C.)
giusto tra le genti

Siddharta Gotama, nato attorno al 560 a.C., era figlio del raja del paese dei Sakya, regione che si estende dalle pendici dell'Himalaya fino al fiume Gange. Era dunque destinato a esercitare potere sugli uomini e a possedere grandi ricchezze. Ma l'esperienza diretta e violenta che Siddharta fece delle tre ineluttabili realtà che pongono radicalmente in crisi la felicità umana: la vecchiaia, la malattia e la morte, segnò per lui l'inizio di un cammino di rinuncia alla mondanità che caratterizzerà tutta la sua esistenza. Accanto a questa triplice esperienza, decisivo fu per il giovane principe l'incontro con l'ascesi monastica, che in un primo tempo egli seguì con estremo impegno e abnegazione. Tuttavia, proprio a partire dal riconoscimento dell'orgoglio che molto spesso si cela dietro a un'ascesi radicale, Siddharta visse la crisi definitiva, che lo porterà a rientrare in se stesso per scoprire che nel suo intimo abitava il Buddha, cioè l'Illuminato. Dopo un tempo di profonda solitudine, abbandonata ogni altra forma di ascesi, Siddharta si sentì risvegliato a una nuova vita, e cominciò a predicare a tutti coloro che incontrava la sua via alla pacificazione interiore e all'armonia con tutte le creature, sino alla morte, avvenuta secondo la tradizione quando egli aveva ottant'anni. La sua vicenda colpì a tal punto i cristiani, che attorno all'VIII secolo, in ambiente palestinese, la storia del cambiamento occorso nella vita di Gotama Buddha in seguito al suo incontro con un monaco tibetano diede origine alla famosissima Vita di Barlaam e Joasaf; diffusa poi anche in lingua latina in tutta la cristianità. In essa il principe indiano Joasafat, convertitosi al cristianesimo grazie all'incontro con il monaco cristiano Barlaam, diventa annunciatore di una via di gioia interiore e di pace con tutto il creato. Barlaam e Joasaf sono ricordati dalle chiese ortodosse il 26 di agosto, e sono iscritti alla data odierna nel Martirologio Romano.


TRACCE DI LETTURA

Disse il Sublime, ormai prossimo alla morte: «Chi dà, acquista merito; chi si raccoglie in se stesso, non suscita odio; chi è intelligente, si astiene dal male; chi ha posto fine alla brama, all'avversione, all'errore, sta in pace». Quindi il Sublime disse all'onorevole Anando: «Andiamo, Anando, verso il fiume Hirannavati e passiamo all'altra sponda, per fermarci nel bosco di sala dei Malla. Là giunto, il Sublime disse all'onorevole Anando: «Per favore, Anando, preparami tra due alberi di sala un giaciglio, col capo a settentrione: sono stanco, Anando, e voglio coricarmi». «Sì, Signore!», rispose Anando, obbedendo al Sublime. E il Sublime si adagiò sul fianco destro, come il leone, un piede sull'altro piede, raccolto e cosciente. Ora i due alberi di sala erano allora in piena fioritura, fuori stagione, e i loro fiori cadevano sul corpo del Sublime, mentre effluvii e suoni celesti si effondevano per l'aria, in gloria del Sublime. Ed egli disse ad Anando: «Ora vedi, Anando, la festa che fa la natura in gloria del Compiuto. Ma i monaci e le monache, i seguaci e le seguaci pregiano, onorano, venerano e gloriano il Compiuto seguendo la Dottrina, persistendo nella Dottrina, procedendo sulla diritta via della Dottrina. Perciò io vi esorto, o monaci: periscono tutte le cose; lottate senza tregua». Questa fu l'ultima parola del Sublime. Quindi si immerse in una serie di estasi successive, finché fu completamente estinto. E con l'estinzione del Sublime, un fremito scosse la terra e passò per l'universo.
(Da Gli ultimi giorni di Gothama Buddha)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Facondo e Primitivo, martiri in Galizia (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (18 hatūr/ ḫedār):
Filippo, apostolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Virgilio di Salisburgo (+ 784), vescovo ed evangelizzatore in Carinzia

MARONITI:
Giacomo l'Interciso (+ 420), martire
Barlaam e loasaf (vedi notizia sul Buddha)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giacomo il Persiano, megalomartire

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo l'Interciso, martire

SIRO-ORIENTALI:
Giacomo l'Interciso, martire